Piero Pelù, un cantante amato da diverse generazioni, si è trovata faccia a faccia con due denunce molto pesanti all’inizio della carriera.
Impossibile non conoscere Piero Pelù, un cantautore italiano nato il 10 febbraio del 1962 e il cui vero nome è Pietro Pelù. Egli infatti ha ottenuto la fama in quanto co-fondatore del gruppo rock Litfiba. Il cantante è conosciuto non solo per l’attività artistica ma anche per il suo impegno politico che condivide tramite la musica, delle idee le ideologie che mostra attraverso i testi delle sue canzoni e i suoi atteggiamenti.
Fin da bambino aveva un’enorme passione per il mondo della musica rock al punto che durante gli anni del liceo è diventato il frontman di una band, i Mugnions. A seguito del diploma, è partito per un’esperienza in Inghilterra andando alla ricerca dei veri punk. Nel 1980 fonda così i Litfiba insieme al chitarrista Federico Rensulli. Era il 1985 l’anno in cui uscì il suo primo album.
La sua carriera però non è soltanto costellata da successi in quanto numerosi sono stati problemi che ha incontrato lungo il suo percorso tra cui due denunce molto pesanti.
Le denunce subite da Piero Pelù
Durante la sua carriera, Piero Pelù ha fatto diverse dichiarazioni che in molti casi hanno dato vita a delle vere e proprie polemiche.
Era il 1991 l’anno in cui nel corso della tournée di El Diablo si trovò a lottare con due denunce. La prima fu quella per vilipendio alla bandiera poiché, per festeggiare la caduta del regime di Ceausescu, andrò ad imitare il popolo rumeno che tagliava tutti i simboli comunisti partendo dal centro della bandiera. Fece così un buco alla bandiera italiana e andando ad indossare come se fosse un poncho.
La seconda denuncia gli fu fatta per istigazione alla diserzione, una denuncia che ottenne nel momento in cui, nel corso di un concerto andò ad invitare le forze dell’ordine presenti a togliersi la divisa. Nel 1993, nel corso dell’esibizione dei Litfiba al concerto di primo Maggio, all’introduzione del brano “Il mistero di Giulia” Pelù si andò a rivolgere in maniera ironica al Papa chiedendosi per quale motivo spesso parlava di s**so e terminando la frase «Papa, ma sai ‘na sega te!». Un’affermazione che diede vita a numerose critiche tra cui anche quella di Adriano Celentano.
Durante la medesima serata, fu notato anche per un gesto provocatorio fatto nel corso di un’intervista con Vincenzo Mollica. Cercando di lanciare un messaggio di prevenzione, andò ad infilare un preservativo sul microfono del giornalista il quale non fece nessuna reazione in diretta anche se si arrabbiò molto con il cantante, in quanto vide questo gesto come una vera e propria provocazione verso i suoi confronti.
Insomma, Piero Pelù è un cantante che continua a far parlare di sé al punto che nel 2010, durante il concerto che si tenne a Campofelice di Roccella, nel corso di uno sketch ironico dove si andava ad annunciare la morte della P2, dal palco andò a dichiarare: “Partecipano al suo dolore la mafia siciliana, la ‘ndrangheta calabrese, la camorra napoletana, il vostro conterraneo Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi”. Delle parole che provocarono una replica poco gradita da parte di colui che all’epoca ricopriva il ruolo di assessore alla cultura e alle politiche giovanili al punto che Pelù fu accusato di fare propaganda politica attraverso dei messaggi squallidi. All’epoca la band fu bandita dalla Sicilia per 5 anni tornando a suonare soltanto nel 2015.