Gli italiani devono affrontare aumenti anche sulle assicurazioni auto, che stanno dando pessime sorprese: aumenti come non si era mai visto.
Non c’è pace per gli automobilisti, che quest’anno pagano il pieno sempre più caro, e adesso tocca anche alle assicurazioni. Gli aumenti generalizzati trovano sempre qualche scusante, ma alla fine chi paga è sempre il solito: il cittadino e consumatore finale.
I numeri sono impietosi e gli aumenti registrati, solamente negli ultimi mesi, sono cresciuti fin oltre il 30%, che significa una “batosta” di almeno 120-130 euro in più a veicolo assicurato. Sappiamo che in alcune Regioni italiane si paga di più o di meno, e questo deriva da diversi fattori, ma sembra che ormai nemmeno orientare le proprie scelte verso le assicurazioni online faccia risparmiare.
Ma perché le assicurazioni sono aumentate così tanto? Purtroppo è l’effetto a catena dell’inflazione. Un’azienda subisce rincari – ad esempio – sui consumi di energia, ma anche dai prezzi dei carrozzieri che a loro volta sono aumentati per diverse ragioni. Pagare un premio, dunque, costa di più alle compagnie e di conseguenza tamponano le perdite economiche facendo alzare i prezzi dei premi annui.
Assicurazione auto, le Regioni dove si paga di più e quelle dove ancora i prezzi sono ragionevoli
Gli aumenti sono generalizzati, è vero, ma alcune Regioni hanno alzato i prezzi davvero notevolmente. Secondo una recente classifica, è l’Umbria che ha alzato di più le tariffe, con un +37,9 rispetto al 2022.
A seguire troviamo il Lazio, con aumenti fino al 36% e poi la Sardegna, con un +34,4%. La Campania, purtroppo, rappresenta (come da sempre, in pratica) la Regione dove non conviene proprio possedere un’auto. Per stipulare un’assicurazione serve quasi il 75% in più rispetto alle altre Regioni, e questo anche senza considerare gli ultimi aumenti.
Scendendo ancora più nello specifico, ecco di quanto sono aumentate le RC auto, in ogni Regione, rispetto al 2022:
- Abruzzo +28%
- Basilicata – dato non disponibile
- Calabria +18,5%
- Campania + 21,4%
- Emilia-Romagna + 27,6%
- Friuli-Venezia Giulia + 27%
- Lazio + 36%
- Liguria + 32,9%
- Lombardia + 32%
- Marche + 29,2%
- Molise – dato non disponibile
- Piemonte + 29,7%
- Puglia + 25,2%
- Sardegna +34,4%
- Sicilia + 29,6%
- Toscana + 31,8%
- Trentino-Alto Adige + 24,9%
- Umbria + 37,9%
- Valle D’Aosta – dato non disponibile
- Veneto + 33,5%
- Italia + 27,9%