Per questa ed altre patologie è fondamentale la prevenzione. In questo caso, un semplice screening delle nostre ossa può dirci molto
Chi assiste una persona affetta da demenza sa quanta sofferenza si possa provare. Quanta ne prova, ovviamente, chi ne è affetto. Ma quanta ne prova anche chi sta accanto, spesso senza essere riconosciuto. Si tratta di un problema che può colpire chiunque. Ecco, però, un semplice accertamento che può avvisarci prima e, quindi, farci correre ai ripari.
Dicevamo che chiunque può incorrere in questo tipo di male. Spesso non conta nemmeno l’età anche, se, evidentemente, gli anziani sono più esposti. E, chiaramente, non conta nemmeno il ceto sociale o quanti soldi possiamo avere per prenderci cura di noi stessi. Ciò che sta succedendo al popolare attore di Hollywood, Bruce Willis, è sotto gli occhi di tutti.
La demenza, così come l’Alzheimer e altre patologie, sono delle malattie neurodegenerative che, quindi, con il passare del tempo compromettono le attività cognitive, andando a colpire molto spesso la memoria e la capacità di riconoscere anche le persone a noi più vicine. Da qui, dunque, anche la sofferenza dei caregiver.
Una volta colpiti da tali patologie, è difficile, quasi impossibile, portarle a remissione. Per questo bisogna investire molto sulla prevenzione. Con questo esame delle ossa, infatti, si potrà giocare d’anticipo.
Un esame delle ossa per capire se si soffrirà di demenza
Un recentissimo studio pubblicato sulla autorevole rivista “Neurology”, infatti, mettere in correlazione le informazioni che possiamo attingere dalle nostre ossa con i rischi di ammalarci di demenza. Secondo quanto scoperto dagli scienziati, infatti, questa eventualità sarebbe già “scritta” sulle nostre ossa.
Una scarsa densità ossea si associa al 50% in più di probabilità di soffrire di demenza negli anni successivi. E tutto questo può essere rilevato con un semplice esame. La scarsa densità ossea spesso porta a una ridotta mobilità, da qui, dunque, il fatto che la demenza spesso insorge nei soggetti più avanti con gli anni.
Ma, secondo lo studio scientifico, la perdita ossea si verificherebbe già prima della demenza e sarebbe quindi legata a un rischio più elevato di demenza. Lo studio è stato condotto su 3.651 persone con un’età media di 72 anni che non presentavano demenza all’inizio dei rilevamenti. Le cifre non sono di poco conto dato che le persone con la più bassa densità ossea totale corporea avevano il 42% di probabilità in più di sviluppare la demenza nei 10 anni successivi rispetto alle persone del gruppo senza problemi di densità ossea.