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Salute

Pizza napoletana, arriva il contrordine: è rivoluzione in tavola, la novità che fa felici gli appassionati

Arriva una nuova notizia sulla pizza napoletana, che sfata il mito in circolazione da anni. Adesso potete tornare a mangiarla senza preoccupazioni.

Negli ultimi anni si è diffuso sempre di più il timore delle parti bruciate della pizza, considerate cancerogene. Tutto è nato nel 2014,  da un’inchiesta condotta dal programma tv Report sulla pizza napoletana, durante la quale si era discusso sulla cottura dell’impasto e sull’alta probabilità che le parti bruciate sul fondo e sul bordo della pizza rilasciassero sostanze cancerogene e quindi altamente pericolose per la salute. Negli anni gli studi e le ricerche hanno approfondito questo tema, rivelando sempre più dettagli inquietanti sulla pizza, uno degli alimenti più consumati al mondo.

La pizza è davvero cancerogena? – Arlex

Come detto, negli anni sono state diverse le notizie in circolazione che puntavano il dito contro la pizza napoletana per diversi motivi. Nel 2002 ad esempio di parlava dell’altissimo tasso di inquinamento atmosferico dei forni a legna -utilizzati per la cottura della pizza. Si trattava soltanto di una fake news, così come quella che riguardava le norme igienico-sanitarie della cottura: un forno a legna arriva a sfiorare anche i 400 gradi, una temperatura abbastanza alta da abbattere qualsiasi tipo di batterio, spore o tossine.

Dall’altra parte, però, tre degli allarmi sulla pizza napoletana hanno continuato a restare saldi anche tra la comunità scientifica. Il primo riguarda le microtossine presenti nelle farine utilizzate per gli impasti: queste, quando vengono cotte poco, possono ritenere tracce di escherichia coli, un batterio che solitamente è innocuo e che fa naturalmente parte della nostra flora batterica intestinale. Tuttavia alcuni ceppi di E. coli possono provocare delle infezioni alle vie urinarie e all’intestino, provocando più comunemente sintomi come crampi addominali e diarrea.

La pizza napoletana è davvero cancerogena? Il contrordine porta la rivoluzione in tavola per la seconda volta

Il secondo allarme, di cui si continua a parlare negli ultimi mesi, riguarda la tossicità dei cartoni da asporto. In circolazione ne esistono di tre tipi: in pura cellulosa, semichimico e cartone riciclato. Quest’ultimo, riconoscibile dal colore grigio, è il più dannoso, in quanto durante il processo di lavorazione viene utilizzata una quantità maggiore di sostanze chimiche. Attraverso il calore e l’umidità creata dalla pizza appena sfornata, queste sostanze chimiche possono contaminare l’impasto. Infine si è molto parlato della pericolosità della cottura tramite combustione del legno, che rilascia un’enorme quantità di IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e di acrilamide (contenuta nella pizza e che diventa cancerogena se esposta ad alte temperature.
Il contrordine da il via libera alla pizza napoletana – Arlex

Per tutti gli amanti della pizza, è arrivata finalmente una buona notizia: la pizza napoletana è sicura. È stato rivelato durante il convegno ‘Pizza napoletana tra tradizione e innovazione’, tenutosi all’Accademia dei Georgiofili di Firenze. “La pizza napoletana è sicura” ha confermato Mauro Moresi “non porta problemi nella parte che definiamo più ‘bruciacchiata’. Questo perché la quantità di acrilamide nel prodotto e nel bordo, ovvero la parte più esposta a temperatura alte, è bassa (inferiore al 3% ndr): ciò viene dimostrato dai gruppi di ricerca dell’Università di Napoli e della Tuscia. Il motivo è legato al tempo di cottura della pizza nel forno a legna, molto basso, in genere sui 90 secondi. Quindi possiamo affermare con certezza che la pizza napoletana è sicura”.

Published by
Federica Pollara