I Pooh sono un gruppo che non ha bisogno di presentazioni, ma andavano davvero d’accordo come sostenevano? Ecco come stavano le cose in realtà.
I Pooh sono una vera istituzione per la musica italiana, hanno regalato ai fan canzoni rimaste scolpite nel cuore e si sono sempre distinti per il loro rigore e generosità, ma ultimamente qualcosa ha minacciato di incrinare il loro mito.
Ecco come Marco Lioni ha chiarito la situazione evitando ulteriori turbolenze.
Qualche giorno fa, Dodi Battaglia era stato costretto a interrompere un concerto in piazza a Bologna, ultima tappa del suo tour per un malore improvviso. In seguito l’ex membro dei Pooh aveva spiegato via social a tutti i preoccupatissimi fan che l’incidente si era verificato non tanto per lo stress a cui è abituato da 50 anni, ma per quello che aveva letto su un quotidiano dopo il 25 settembre. In quella data c’era stata una serata commemorativa in ricordo di Stefano D’Orazio, evento a cui il musicista non aveva potuto partecipare.
L’assenza dell’ex compagno di tante avventure era annunciata, per motivi personali improrogabili, oltretutto Roby Facchinetti aveva chiesto un applauso per lui al pubblico presente prima di lanciare una clip con un videomessaggio di Dodi stesso. In seguito, rispondendo a una domanda l’ex voce del gruppo aveva sottolineato che per lui il valore umano veniva prima di quello artistico. Ed ecco come queste parole sono state male interpretate e ritenute una critica all’amico che non era presente.
Roby Facchinetti ha reagito con forza alle insinuazioni inviando una lettera aperta a Italia Sì e Marco Liorni l’ha letta davanti alle telecamere. “Guai a chi tocca la storia dei Pooh, divento una bestia“, ha tuonato fermamente il cantautore per rispondere a una polemica che secondo lui non aveva il minimo fondamento. Il compositore ha aggiunto di essere legato da profondo affetto ai suoi amici per i quali prova infinita gratitudine.
Il tastierista aveva riferito l’espressione “incriminata” a Stefano D’Orazio, intendendola come un complimento, qualcosa che oltretutto lui aveva già ripetuto in passato e che non era assolutamente indirizzata a Dodi, come velenosamente suggerito. Infine il padre di dj Francesco ha inviato un messaggio in trasmissione chiarendo ulteriormente che la fatidica serata non era una reunion, anche se il pubblico l’aveva intesa così.
Persino la moglie del batterista e regista scomparso due anni fa si è unita alle precedenti dichiarazioni affermando che nessuno poteva rovinare una storia così importante, nemmeno i giornalisti. Caso chiuso allora?